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Terapie Integrate

Centro Komen Italia per i Trattamenti Integrati in Oncologia

Il “Centro Komen Italia per i Trattamenti Integrati in Oncologia” presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS nasce con l’obiettivo ambizioso di creare un polo educativo e un laboratorio di ricerca clinica nel campo delle discipline complementari, degli stili di vita e del microbiota in oncologia per integrare in modo sempre più efficace i migliori trattamenti oncologici con un attento supporto alla persona malata

L’obiettivo primario è dunque quello di praticare una medicina centrata sulla persona piuttosto che sulla malattia, con piani terapeutici personalizzati che rispondano ai bisogni meno ascoltati delle pazienti, aiutandole ad assumere un ruolo più attivo nel processo di guarigione.

Il ruolo delle Terapie Integrate nel percorso di cura

Ad una donna che sviluppa un tumore del seno devono essere offerte sia terapie oncologiche di eccellenza, che le assicurino le migliori probabilità di guarigione, ma anche una serie di terapie “complementari”, scientificamente validate, che la aiutino a navigare con meno fatica nella esperienza di malattia.

Riguardo al primo obiettivo sono stati fatti grandi progressi, che oggi garantiscono percentuali di guarigione superiori al 90% (quando la diagnosi è precoce). Molto meno invece è stato nell’impiego delle terapie complementari che da molti sono ancora considerati un optional: ma negli USA 62 pazienti su 100 vi fanno ricorso e la soddisfazione degli utenti è superiore all’80%.

Nel Centro di Senologia del Policlinico Gemelli, grazie al contributo di Komen Italia, già da molti anni insieme alle più avanzate terapie oncologiche, vengono offerte anche queste terapie complementari per aiutarle a mantenere un miglior benessere psicofisico durante e dopo i trattamenti, limitare gli effetti collaterali delle terapie oncologiche tradizionali e ridurre il pericolo di ripresa di malattia.

Un servizio di Terapie Integrate per affiancare i più avanzati trattamenti oncologici con trattamenti aggiuntivi che aiutino il mantenimento e il recupero del pieno benessere psico-fisico.

Si ringrazia PFIZER ITALIA per il sostegno alle attività del Centro Komen Italia per Trattamenti Integrati in Oncologia

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Terapie integrate e complementari

Molte persone che devono affrontare un percorso terapeutico per un tumore del seno, si avvalgono di terapie complementari durante o al termine dei trattamenti convenzionali. Vi sarà già capitato di incontrare i termini ”terapie integrate“ o “terapie complementari”. Esse sono usate per attenuare gli effetti collaterali e migliorare la qualità della vita delle persone affette da tumore, ma non possono e non devono essere considerate curative della patologia stessa. Di seguito troverete informazioni su alcune delle più validate terapie integrate e le loro principali indicazioni terapeutiche, in base alle evidenze scientifiche attualmente disponibili. Prima di iniziare qualsiasi tipo di terapia complementare è opportuno parlarne con il proprio medico al fine di evitare possibili interferenze con i trattamenti oncologici.

Le terapie complementari possono impiegare sostanze naturali o pratiche mentali e fisiche al fine di:

  • Ridurre gli effetti collaterali dei trattamenti contro il tumore oppure del tumore stesso (come dolori, nausea e affaticamento)
  • Ridurre lo stress legato alla condizione di malattia
  • Migliorare la qualità della vita

Non devono in alcun modo essere considerate curative del tumore stesso, né sostituire ma integrare i trattamenti antitumorali salvavita (chirurgia, radioterapia, chemioterapia, ormonoterapia, immunoterapia).

La diffusione delle terapie complementari è notevole tra i pazienti oncologici e, a seconda degli studi, oscilla tra 15% e 80%, anche in Italia. Purtroppo, la fonte di informazione a questo proposito è più spesso rappresentata dai media o dal “passaparola” piuttosto che da qualificati professionisti, e questo espone a rischi concreti di affidarsi a sedicenti “curanti” o medicine “alternative” di dubbia efficacia o addirittura dannose. Le medicine convenzionali hanno una dimostrata efficacia nel curare il tumore, e sono regolamentate da rigorosi processi valutativi: rinunciare ad esse a favore di pratiche e medicine alternative ha un dimostrato impatto negativo sulla prognosi e sulla sopravvivenza.

Nessuna terapia complementare o alternativa può curare il cancro. Se sentite o leggete di prodotti o terapie non convenzionali che sarebbero in grado di guarire dal tumore, diffidate ed allertate le autorità competenti.

Ogni decisione che riguardi le terapie complementari deve essere presa in accordo con i propri curanti.
Alcune terapie complementari, infatti, potrebbero:

  • Aumentare i rischi post-chirurgici
  • Interferire con l’efficacia della chemioterapia e della radioterapia
  • Peggiorare gli effetti collaterali di determinati trattamenti

Parlare con il proprio medico prima di iniziare una terapia complementare aiuta ad evitare l’insorgere di problematiche, a conoscere rischi e benefici della terapia in questione e capire se può fare al caso nostro.
Non abbiate timore di parlare apertamente con il vostro medico a proposito delle terapie complementari.
Stilate una lista con le vostre domande prima della visita.
Siate precisi riguardo alla composizione dei prodotti in corso o da avviare: appuntatevi il nome, gli ingredienti, la ditta o, ancora meglio, portate con voi la confezione del prodotto.
Tenete un diario per annotare i sintomi, gli eventuali effetti collaterali o miglioramenti dei sintomi durante una terapia complementare.
Non iniziate più di una terapia contemporaneamente, perché, qualora dovessero insorgere effetti collaterali o benefici, ne saprete riconoscere la causa.

Le domande che seguono potrebbero aiutarvi a parlare delle terapie complementari con il vostro medico:

Cosa pensa riguardo le terapie complementari?
Ha mai indirizzato un paziente a un terapista complementare? Per quali disturbi?
Se sto già praticando trattamenti integrati, dovrei interromperli durante e dopo le terapie per il tumore al seno? Quale terapia mi consiglia di evitare? Potrebbe interferire con i miei trattamenti per il tumore al seno?

In base alla normativa vigente, la licenza di praticare una terapia complementare, come l’agopuntura o la fitoterapia, è acquisibile attraverso un adeguato percorso di studi da soli medici qualificati. Altri professionisti, come infermieri, fisioterapisti e psicologi, potrebbero essere anche specializzati in terapie complementari, quali il massaggio terapeutico, la riflessologia o la meditazione mindfulness. Il miglior referente a cui chiedere dove cercare il terapista è il proprio medico, che potrebbe indicarti un professionista conosciuto ed esperto, magari nella tua zona. Nella scelta del terapista, è bene chiedere informazioni sulla sua esperienza formativa e clinica, e porre tutte le domande necessarie a capire le sue attitudini nei confronti della medicina convenzionale.

Prima di cominciare una terapia complementare, vi consigliamo di chiedere al terapista:

  • se ha già lavorato con persone affette da tumore
  • cosa pensa delle terapie convenzionali, dei farmaci e dei trattamenti per il tumore al seno che state assumendo; diffidate di chi vi consiglia di interromperle a favore di trattamenti non validati o alternativi
  • un suo orientamento generale riguardo alla terapia integrata ed ai benefici attesi: diffidate di chi vi propone “antichi rimedi”, “ingredienti segreti” o promette risultati “straordinari” o “miracolosi”.
  • se sarebbe disponibile ad un confronto con i tuoi curanti, in caso di necessità

La qualità ed il rigore dei dati scientifici disponibili per le diverse terapie complementari è variabile, e generalmente inferiore a quelli disponibili per le medicine convenzionali. Per alcune terapie integrate ci sono sufficienti prove per dimostrare la loro sicurezza ed efficacia, mentre per molte altre i dati a disposizione sono troppo esigui per trarre conclusioni definitive. Alcuni studi di ricerca sono più rilevanti ai fini di un impiego clinico; in generale, gli studi clinici controllati e randomizzati sono considerati come la miglior tipologia di studio per comprendere se una terapia è sicura ed efficace. Anche studi prospettici di coorte e studi caso-controllo possono essere utili a tal fine. Inoltre, più i vari studi hanno risultati simili tra loro, ovvero coerenti, e più i dati saranno convincenti.

Quando si parla di integratori alimentari, è bene sapere che, in assenza di una documentata carenza di specifici elementi o vitamine, il loro impiego ha un modesto livello scientifico di efficacia e potenziali rischi. È bene controllare, al momento dell’acquisto, che la lista degli ingredienti sia completa ed accurata, che il dosaggio dei singoli componenti sia indicato correttamente e che sia stato prodotto rispettando le norme igienico sanitarie. In ogni caso, nessuna sostanza naturale o integratore potrà mai sostituire abitudini e comportamenti alimentari e di vita scorretti. Un’alimentazione sana, variegata ed inclusiva come quella mediterranea, che segua anche criteri di stagionalità e territorialità, è normalmente in grado di fornire un adeguato supporto di nutrienti per preservare uno stato nutrizionale ottimale, anche durante impegnativi trattamenti oncologici. Infine, sebbene un prodotto definito “naturale” potrebbe risultare accattivante, è bene ricordare che non tutto ciò che è naturale è al tempo stesso sicuro, e comunque potrebbe interferire con i farmaci salvavita.

QI Gong

Per Qi gong si intende una pratica inserita nella medicina tradizionale cinese che si avvale di esercizi di bassa e media intensità, posizioni, meditazione e respirazione. L’obiettivo del Qi gong è di armonizzare mente, corpo e respiro. Una pratica affine e diffusa in occidente è il Tai Chi. Il Qi gong è praticato per alleviare dolori, per attenuare i sintomi delle persone affette da artrite reumatoide, osteoartrite, fibromialgia, sindrome da stanchezza cronica, ictus, sindrome premestruale, depressione, distrofia muscolare, stress ed insonnia. Il Qi gong è anche praticato al fine di alleviare gli effetti collaterali della chemioterapia, oltre che per alleviare dolore, stanchezza e depressione nei malati oncologici.

Il Qi gong è classificato come ”Possibilmente efficace” per:

  • Affaticamento causato dal tumore. Alcune ricerche cliniche mostrano che praticare Qi gong potrebbe ridurre la sensazione di spossatezza nei malati oncologici;
  • Pressione alta. Alcune ricerche mostrano come la pratica del Qi gong aiuti a mantenere stabile la pressione nelle persone che soffrono di pressione alta.

Per tutte le seguenti condizioni, il Qi gong è ancora classificato come “non avente sufficienti prove di efficacia”:

  • Effetti collaterali della Chemioterapia. Il Qi gong potrebbe alleviare gli effetti collaterali della chemioterapia.
  • Qualità della vita dei malati oncologici.
  • Depressione e Stress. Il Qi gong potrebbe ridurre i sintomi della depressione e favorire un maggiore equilibrio emotivo.
  • Fibromialgia.
  • Gastrite.
  • Lombalgia. Il Qi gong potrebbe aiutare ad alleviare il dolore cronico alla schiena.
  • Menopausa. Il Qi gong potrebbe aiutare a ridurre i sintomi della menopausa, come ad esempio i disturbi del sonno.
  • Dolore cervicale. Recenti ricerche mostrano come praticare il Qi gong per almeno 6 mesi aiuti ad alleviare il dolore cervicale.
  • Astinenza da oppioidi. Praticare Qi gong potrebbe alleviare i sintomi da astinenza , ridurre gli stati d’ ansia e prevenire la ricaduta in alcune persone dipendenti da eroina.

Sono necessarie ulteriori prove per accertare l’efficacia della pratica del Qi gong in questi ambiti.

“Qi” significa “energia vitale” oppure “forza vitale”, mentre “gong” vuol dire “lavoro”o “disciplina”. Quindi il termine “Qi gong” potrebbe essere inteso come “lavoro sull’energia”.Nella medicina tradizionale cinese si crede che le malattie sono causate da blocchi energetici o da squilibri di energia nel corpo. Il Qi gong è pensato per aiutare a sbloccare il flusso energetico o ad armonizzarlo, aiutando il corpo nei suoi processi immunitari e di autoguarigione. Nella visione medica occidentale, il meccanismo d’azione potrebbe essere mediato dal rilascio o inibizione di ormoni, neuromediatori e da un generale rilassamento di tensioni neuro-muscolari indotte dalla respirazione profonda e dal movimento.

Non ci sono controindicazioni riconosciute. Nessun effetto collaterale nocivo è stato riscontrato. Ovviamente, come ogni tipo di esercizio fisico, potrebbe causare dolori muscolari e indolenzimento.

Precauzioni particolari e avvertenze
Gravidanza e allattamento: Non si sa molto per quanto riguarda la pratica del Qi gong durante la gravidanza e l’allattamento. Sarebbe bene consultare il proprio medico prima di iniziare a praticare questa disciplina.

Non sono state riconosciute interazioni con alcun farmaco, ma prima di iniziare il trattamento è sempre bene parlare con il proprio medico se si stanno assumendo dei farmaci.

La frequenza appropriata o sana della pratica del Qi gong dipende da innumerevoli fattori, come la patologia da cui si è affetti o la persona a cui ci si affida.

Agopuntura

L’agopuntura fa parte della Medicina tradizionale Cinese, e consiste nella stimolazione di determinati punti del corpo, attraverso finissimi aghi, a volte anche con una debole stimolazione elettrica (elettroagopuntura). L’agopuntura è comunemente usata per problematiche relative al dolore acuto o cronico, ma recentemente si stanno ampliando in occidente le conoscenze e le potenziali indicazioni terapeutiche, anche in oncologia.

L’Agopuntura è considerata possibilmente efficace per:

  • Dolore lombare. L’agopuntura potrebbe alleviare il mal di schiena in alcuni pazienti; sono generalmente necessarie almeno otto sedute per ottenere risultati.
  • Nausea e vomito da chemioterapia.
  • Fibromialgia.
  • Insonnia. Alcune ricerche mostrano che l’agopuntura classica potrebbe migliorare la qualità del sonno nelle persone che soffrono di insonnia. In alcuni studi essa viene utilizzata da sola, in altri invece viene utilizzata in aggiunta a farmaci.
  • Dolori dovuti al parto. Le donne che ricevono trattamenti di agopuntura durante il travaglio sembrano provare meno dolore.
  • Emicrania. Alcune ricerche mostrano che l’agopuntura potrebbe prevenire e alleviare le emicranie
  • Dolore cervicale. L’ agopuntura potrebbe aiutare ad alleviare i dolori cervicali, anche in aggiunta a farmaci specifici.
  • Osteoartrite. Ci sono dati scientifici secondo i quali l’ agopuntura tradizionale e l’elettroagopuntura , praticati per circa 12 settimane, potrebbero alleviare i dolori e migliorare la mobilità nelle persone affette da osteoartrite del ginocchio o dell’anca.
  • Cefalea da tensione. Ricerche mostrano come agopuntura e elettroagopuntura aiutino ad alleviare i mal di testa da tensione muscolare, in analogia ad altri trattamenti non farmacologici, come la fisioterapia.

Possibilmente inefficace per:

  • Asma.
  • Astensione dal fumo.
  • Infezioni del tratto urinario.
  • Ci sono insufficienti prove per valutare l’efficacia nelle seguenti condizioni:
  • Alcolismo. Recenti ricerche mostrano come l’ agopuntura potrebbe portare a bere di meno, a ridurre i tremori, la depressione e il desiderio di alcolici.
  • Rinite allergica. L’ agopuntura potrebbe alleviare i sintomi nelle persone che soffrono di allergia perenne , ma non è chiaro se funzioni anche per quelle stagionali.
  • Dolore al torace (angina pectoris). L’ agopuntura potrebbe prevenire il dolore al torace e migliorare l’ abilità durante l’ esercizio fisico nelle persone che ne soffrono.
  • Stati d’ ansia.
  • Vampate di calore. L’ agopuntura potrebbe aiutare a ridurre le vampate nelle donne in menopausa spontanea o indotta da farmaci antitumorali.
  • Ingorgo mammario, durante l’allattamento
  • Posizione errata del bambino alla nascita (posizione podalica).
  • Sindrome del tunnel carpale.
  • Secchezza delle fauci.
  • Dismenorrea. L’ agopuntura tradizionale e quella elettro stimolata potrebbero aiutare ad alleviare i dolori dovuti alla dismenorrea.
  • Dispepsia.
  • Pressione alta.
  • Sindrome del colon irritabile.
  • Dolore miofasciale.
  • Dipendenza da oppioidi. Alcune recenti ricerche dimostrano che l’ agopuntura combinata a programmi di disintossicazione riduce i sintomi della dipendenza da oppioidi.
  • Morbo di Parkinson. L’ agopuntura aiuta ad alleviare i sintomi del morbo di Parkinson se usato in combinazione con la pratica del Qi gong e ai massaggi Tuina.
  • Dolore neurologico che interessa braccia e gambe (neuropatia periferica).
  • Stati d’ ansia prima di interventi chirurgici.

Sono necessarie ulteriori prove per accertare l’ efficacia dell’ agopuntura per questi utilizzi.

Come per il Qi gong, nella medicina tradizionale cinese si pensa che i disturbi e le patologie siano causate da uno squilibrio o ristagno del flusso dell’energia personale. L’agopuntura serve a stimolare il flusso energetico ed a sbloccare l’energia vitale. In base alla fisiopatologia occidentale, la stimolazione con aghi potrebbe favorire il rilascio di endorfine e oppioidi naturali endogeni, che alleviano il dolore. Per quanto riguarda la depressione ed altri disturbi mentali, la funzione dell’agopuntura è quella di stimolare o inibire neurotrasmettitori (tra cui, serotonina e noradrenalina) che permettono alle cellule nervose di comunicare.

Non ci sono controindicazioni quando l’agopuntura è praticata correttamente. Gli effetti collaterali sono generalmente rari, ma possono includere vertigini, nausea, dolore, svenimento, sanguinamenti e infezioni dovute all’inserimento di aghi.

Precauzioni particolari e avvertenze
Gravidanza e allattamento: L’ agopuntura non sembra avere rischi per le donne in gravidanza e allattamento se praticata correttamente. In ogni caso, prima di cominciare il trattamento è opportuno avvisare il curante.

Non si è a conoscenza di controindicazioni con l’assunzione di farmaci.

La frequenza appropriata delle sedute di agopuntura dipende da innumerevoli fattori, come i disturbi che si vuole trattare o il terapista a cui ci si affida.
Assicuratevi di chiedere e seguire le indicazioni del vostro medico prima di iniziare il trattamento.

Digitopressione

La digitopressione è un trattamento tipico della medicina tradizionale cinese, simile all’agopuntura, ma senza l’impiego di aghi. La digitopressione è utilizzata per i dolori in genere, dolore neuropatico, mal di schiena ed emicrania. E’ anche utilizzata per depressione, stati d’ ansia, insonnia, fibromialgia e sindrome da stanchezza cronica. Le donne utilizzano la digitopressione per alleviare i dolori mestruali, per alleviare nausea e vomito dovute a gravidanza e per i dolori del travaglio. Viene anche utilizzata come terapia per la stanchezza, nausea e vomito dovuti a chemioterapia, chinetosi (mal di mare, auto, aria) e vertigini, sindrome del colon irritabile.

La digitopressione è considerata possibilmente efficace per:

  • Lombalgia. Secondo alcuni dati la digitopressione potrebbe alleviare i dolori del mal di schiena ,e la conseguente disabilità, meglio della fisioterapia. Anche l’ aromaterapia in aggiunta alla digitopressione potrebbe aiutare.
  • Dolori mestruali.

Ci sono insufficienti prove per valutare l’efficacia per quanto riguarda:

  • Nausea e vomito dovuti a chemioterapia. I risultati delle ricerche sono contrastanti per quanto riguarda l’ efficacia della digitopressione in tal proposito. Essa dovrebbe alleviare la sensazione di nausea , ma potrebbe trattarsi di effetto placebo.
  • Fatigue (affaticamento) relativo alle cure per il tumore. Le ultime ricerche mostrano che l’ auto digitopressione porterebbe alla riduzione dell’ affaticamento nei pazienti affetti da tumore che ricevono trattamenti di chemioterapia. L’ aggiunta di olii essenziali sembra aiutare a migliorare la qualità del sonno nei malati in cura oncologica.
  • Dolori del parto. Alcune ricerche mostrano che la digitopressione allevia leggermente i dolori e riduce l’assunzione di antidolorifici durante il parto.
  • Emicrania.
  • Chinetosi. Ci sono evidenze scientifiche ancora contrastanti e non conclusive a riguardo.
  • Dolore cervicale. Recenti ricerche mostrano come il massaggio e la digitopressione con olio essenziale di lavanda lenirebbe il dolore, l’irrigidimento e migliorerebbe la flessibilità del collo nelle persone che soffrono di dolore cervicale.
  • Dolori post intervento chirurgico. Anche in questo caso le opinioni dei ricercatori sono contrastanti.
  • Nausea e vomito dovuti alla gravidanza. La digitopressione tradizionale o tramite braccialetti appositi potrebbe alleviare nausea e vomito nelle donne in gravidanza.
  • Stati d’ansia prima di interventi chirurgici. Studi affermano che potrebbe alleviare gli stati d’ ansia ma potrebbe anche trattarsi di effetto placebo. Nei bambini sembrerebbe essere efficace la digitopressione auricolare.
  • Qualità del sonno. Sedute di digitopressione effettuate su anziani ospedalizzati o in centri di assistenza a lunga degenza potrebbe migliorare la qualità del sonno.
  • Stress.
  • Vertigini. La digitopressione potrebbe alleviare le sensazioni di nausea, vomito e la sudorazione nelle persone che soffrono di vertigini.

Sono necessarie ulteriori prove per accertare l’ efficacia della digitopressione per questi utilizzi.

La digitopressione può essere effettuata da un terapista oppure da se stessi, applicando pressione (tramite le mani, le dita o strumenti) su parti o punti specifici del corpo attraverso canali detti “meridiani”. Sono stati anche ideati braccialetti che effettuano una pressione in zone specifiche del corpo per ottenere determinati risultati. Alcuni esperti ipotizzano che la digitopressione potrebbe portare a rilasciare sostanze come endorfine e oppioidi, oppure neurotrasmettitori che alleviano in modo naturale il dolore.

La digitopressione non ha controindicazioni se praticata adeguatamente. Non sono risultate problematiche in merito di sicurezza del trattamento quando è stato praticato durante le ricerche.

Speciali precauzioni e avvertenze
Gravidanza e allattamento: La digitopressione è possibilmente sicura durante la gravidanza e l’ allattamento se praticata adeguatamente.

Non si è a conoscenza di interferenze con alcun farmaco.
Prima di iniziare il trattamento, parlarne con il proprio medico se si assumono farmaci.

Musicoterapia

La musicoterapia consiste nell’utilizzo della musica nella prevenzione o nel trattamento di effetti collaterali, disturbi o sintomi. La musica è da sempre utilizzata in tutte le culture per il benessere fisico, emotivo, mentale e sociale dell’essere umano, a qualsiasi età: la musicoterapia può includere sia l’ascolto passivo che una pratica attiva di produzione di suoni, con l’intervento o la mediazione di un terapista qualificato. La musicoterapia viene utilizzata per la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, stati d’ansia, autismo, nausea, perdita di memoria, depressione, benessere mentale, sviluppo infantile, dolori, sclerosi multipla, morbo di Parkinson, recupero dopo interventi chirurgici, schizofrenia, insonnia. Viene anche utilizzata per dipendenze, aggressività, alcolismo, comportamento antisociale, anoressia, bulimia, mal di testa, pressione alta, emicrania, chinetosi, lesioni del midollo spinale ed ictus.

La musicoterapia è considerata possibilmente efficace per:

  • Ansia. Potrebbe favorire una ridotta tachicardia, frequenza respiratoria e pressione sanguigna. Potrebbe contribuire a ridurre l’assunzione di farmaci ansiolitici.
  • Autismo. Alcune ricerche mostrano che la musicoterapia aiuta a migliorare il comportamento sociale e la comunicazione nelle persone autistiche.
  • Depressione. La musicoterapia sembra migliorare i sintomi della depressione nelle persone più anziane e nelle donne.
  • Insonnia. Sembra funzionare sia nelle persone più anziane che nei bambini.
  • Morbo di Parkinson. Alcune ricerche mostrano che l’esercizio fisico con l’ausilio della musica potrebbe migliorare l’equilibrio, la coordinazione ed i sintomi in genere nelle persone affette da morbo di Parkinson molto più efficacemente rispetto all’ esercizio fisico svolto senza musica. Non sembra però essere efficace con i problemi linguistici.
  • Dolori post intervento chirurgico.
  • Qualità della vita. La musicoterapia migliora la qualità della vita in generale e nelle persone con malattie terminali.
  • Schizofrenia. Alcune ricerche mostrano che la musicoterapia aiuta a migliorare i sintomi della schizofrenia e della psicosi.
  • Ictus. Alcune ricerche mostrano che tipologie specifiche di musicoterapia aiutano a migliorare la qualità della vita, la deambulazione e la comunicazione nelle persone che hanno avuto ictus.

Ci sono insufficienti prove per valutare l’efficacia per quanto riguarda:

  • Disturbo da deficit dell’ attenzione e iperattività nei bambini.
  • Dolori dovuti a tumore. La musicoterapia non sembrerebbe aiutare ad alleviare i dolori dovuti a tumore.
  • Nausea e vomito dovuti a chemioterapia. La musicoterapia in aggiunta a farmaci anti nausea sembra dare più benefici rispetto alla sola assunzione di farmaci anti nausea.
  • Demenza.
  • Dolori del parto. Riprodurre musica leggera durante il parto sembra aiutare ad alleviare i dolori del parto.
  • Sclerosi multipla.
  • Recupero post intervento chirurgico. Ascoltare musica potrebbe aiutare a ridurre lo stato di confusione post intervento nelle persone più anziane
  • Alcolismo.
  • Asma.
  • Disordine bipolare.
  • Disordini alimentari.
  • Convulsioni.
  • Mal di testa ed emicrania.
  • Lesioni del midollo spinale.

Sono necessari maggiori dati per valutare l’efficacia della musicoterapia per questi utilizzi.

La musicoterapia può avere molteplici meccanismi d’azione, tra cui quello di focalizzare l’attenzione lontano da sensazioni spiacevoli e sollecitazioni, aiutando a ridurre ansia e dolori. Il movimento, in attività individuali o di gruppo, unito alle vibrazioni sonore emesse o percepite può contribuire a migliorare la propria immagine corporea o la coordinazione psicomotoria. Potrebbe inoltre funzionare come metodo favorente la comunicazione tra persone affette da disturbi psicologici, attraverso una triangolazione con gli strumenti sonori ed il terapista.

Non ci sono controindicazioni quando la musicoterapia è praticata correttamente e quando utilizzata per indicazioni validate. La musicoterapia non sembra avere effetti collaterali.

Precauzioni particolari e avvertenze
Gravidanza e allattamento: Non si conosce abbastanza riguardo l’uso della musicoterapia durante gravidanza e allattamento. Tuttavia, non c’è il pericolo di controindicazioni quando è praticata correttamente.
Neonati e bambini: La musicoterapia sembra essere abbastanza sicura quando viene praticata su neonati e bambini. L’ascolto di musica a volume alto potrebbe influire negativamente sulla crescita nei neonati, che non dovrebbero essere sovrastimolati in tal senso.

Non si è a conoscenza di controindicazioni con l’assunzione di farmaci.
Prima di ogni trattamento, però, è bene parlarne sempre con il proprio medico se si stanno assumendo dei farmaci.

La frequenza appropriata delle sedute di musicoterapia dipende da diversi fattori come, ad esempio, la patologia che si va a trattare, oppure dal terapista a cui ci si affida per il trattamento.

Assicuratevi di chiedere e seguire le indicazioni del vostro medico prima di iniziare il trattamento.

Massoterapia o massaggio terapeutico

Massaggio è il termine utilizzato per descrivere la manipolazione manuale dei tessuti molli al fine di migliorare la salute. Svariate tecniche di massaggio sono state praticate per millenni in molte culture. I professionisti usano soprattutto le loro mani, ma possono utilizzare anche gli avambracci, i gomiti, i piedi. Alcuni esempi sono il massaggio svedese, tibetano, thai, tuina, la riflessologia plantare; un’altra tipologia è il massaggio aromaterapico, che utilizza gli oli essenziali durante la pratica. Il massaggio è utilizzato per svariate problematiche, disturbi e patologie che includono aggressività, morbo di Alzheimer, anoressia, autismo, mal di schiena, paralisi cerebrale, nausea e vomito, sindrome da stanchezza cronica, dolori cronici, colite, stipsi, depressione, neuropatia periferica, fibromialgia, mal di testa, sindrome del colon irritabile, mestruazioni dolorose, crampi muscolari, dolore miofasciale, artrosi, sindrome da dolore pelvico cronico, disfunzioni sessuali, disturbi del sonno, lesioni del midollo spinale, recupero postoperatorio, stress.

La massoterapia è considerata probabilmente efficace per:

  • Mal di schiena. Molte ricerche mostrano che la massoterapia riesce temporaneamente ad alleviare i dolori del mal di schiena.
  • Dolori dovuti a tumore. La massoterapia sembra alleviare i dolori e gli stati d’ansia nei malati oncologici. La massoterapia sembra anche migliorare la qualità del sonno, la nausea e l’umore delle persone con tumore. La riflessologia plantare sembra più efficace di quella praticata su tutto il corpo e anche del massaggio aromaterapico.

Possibilmente efficace per:

  • Demenza. Molte ricerche mostrano che svariati metodi di massaggio aiutano a migliorare il comportamento, gli stati d’ ansia ed agitazione in adulti affetti da demenza.
  • Fibromialgia. Il massaggio terapeutico allevia leggermente i dolori, l’ansia e la depressione nelle persone affette da fibromialgia. Sembra, inoltre, ridurre la necessità di assumere antidolorifici e in generale migliora la qualità della vita delle persone che soffrono di questa patologia.
  • Dolori del parto. Alcune recenti ricerche mostrano che il massaggio terapeutico, effettuato durante il parto, allevia i dolori, l’ ansia e la depressione; il maggior beneficio sembrerebbe quello di accelerare il travaglio.
  • Dolori post chirurgia. Il massaggio terapeutico sembra alleviare i dolori e gli stati d’ ansia per almeno qualche giorno dopo l’intervento.
  • Stress. Recenti ricerche mostrano che la massoterapia aiuta a ridurre lo stress negli infermieri di terapia intensiva, nei caregiver o coniugi di pazienti oncologici e nelle persone anziane ricoverate nei centri di lunga degenza. Inoltre aiuta a diminuire lo stress pre-intervento chirurgico.

Ci sono insufficienti prove per valutare l’ efficacia per quanto riguarda:

  • Autismo.
  • Nausea causata da chemioterapia.
  • Coliche nei neonati.
  • Costipazione.
  • Depressione.
  • Mal di testa.
  • Dolore miofasciale.
  • Dolore cervicale.
  • Morbo di Parkinson.
  • Depressione post parto.
  • Sindrome premestruale.
  • Qualità della vita.
  • Qualità del sonno.
  • Lesione del midollo spinale.
  • Morbo di Alzheimer.
  • Anoressia.
  • Sindrome da stanchezza cronica.
  • Neuropatia diabetica periferica.
  • Sindrome del colon irritabile.
  • Mestruazioni dolorose.

Sono necessari maggiori dati per valutare l’ efficacia del massaggio terapico per questi utilizzi.

Tra le molte teorie a riguardo, quelle più accreditate attribuiscono al massaggio terapeutico la capacità di ridurre i ristagni di linfa e di liquidi interstiziali, aumentare il flusso sanguigno e l’apporto di ossigeno e nutrienti nei tessuti, ammorbidire e allungare i tessuti fibrotici, ridurre l’accumulo di acido lattico nei muscoli, rilassare la muscolatura, stimolare la guarigione del tessuto connettivo danneggiato. Attraverso la stimolazione meccanica, si avrebbe anche un rilascio di neuromediatori con funzione rilassante e riequilibrante.

Il massaggio terapeutico è abbastanza sicuro quando viene utilizzato per patologie associate a stress e dolori in genere. Occorre consultare il proprio curante prima di avviare un trattamento, al fine di escludere condizioni di malattia a disseminazione linfatica regionale o la presenza di strutture ossee e connettivali “fragili”, che potrebbero subìre un danno dalla stimolazione manuale.

Precauzioni particolari e avvertenze
Gravidanza e allattamento: La massoterapia è abbastanza sicura quando viene utilizzata per migliorare lo stato emotivo e il benessere fisico durante la gravidanza e il travaglio.

Non si è a conoscenza di interferenze con alcun farmaco.
Prima di iniziare il trattamento, però, è bene parlare con il proprio medico se si assumono farmaci.

La frequenza appropriata delle sedute di massoterapia dipende da svariati fattori come, ad esempio, la patologia da trattare oppure dal terapista con cui si ha a che fare.

Assicuratevi sempre di chiedere e seguire le indicazioni del vostro medico prima di iniziare il trattamento.

Meditazione

La meditazione è una pratica utilizzata per aiutare la mente a focalizzarsi su uno stato psico-fisico più rilassato.
La meditazione è praticata per stress, ansia, depressione, sindrome da stanchezza cronica, fibromialgia, gestione della rabbia, mal di schiena e molti altri disturbi.

La meditazione, e particolarmente il protocollo mindfulness per la riduzione dello stress (MBSR), è considerata possibilmente efficace per ridurre ansia, disturbi dell’umore ed insonnia.

Ci sono insufficienti prove per valutarne l’efficacia per quanto riguarda:

  • Mal di schiena. Praticare meditazione per 8 settimane aiuta sensibilmente ad alleviare i dolori alla schiena nelle persone affette da mal di schiena cronico di moderata intensità.
  • Fibromialgia. La meditazione sembra ridurre i sintomi della depressione nelle donne affette da fibromialgia.
  • Pressione alta. Alcuni dati mostrano che praticare meditazione per 8 settimane aiuta a ridurre la pressione sanguigna e il battito cardiaco
  • Disturbo da deficit di attenzione. La meditazione sembra aiutare a migliorare il livello di attenzione negli studenti.
  • Gestione della rabbia.
  • Sindrome da stanchezza cronica.
  • Depressione.

Sono necessari ulteriori dati per accertare l’ efficacia della meditazione per questi utilizzi.

Praticando la respirazione profonda e la meditazione, la muscolatura tende a rilassarsi e l’attività elettrica cerebrale a privilegiare le onde cerebrali del riposo (onde theta). Questo processo favorisce il rilascio di sostanze chimiche chiamate endorfine, il rallentamento del battito cardiaco e della frequenza respiratoria, la riduzione della richiesta metabolica.

Non si è a conoscenza di controindicazioni.

Precauzioni particolari e avvertenze
Gravidanza e allattamento: Non ci sono abbastanza informazioni su che tipi di benefici dia la pratica della meditazione durante la gravidanza e l’allattamento, ma non vi è motivo di aspettarsi effetti collaterali gravi.

Non si è a conoscenza di interferenza con l’assunzione di alcun farmaco.
Se si sta assumendo farmaci, è bene parlare sempre con il proprio medico prima di iniziare il trattamento.

Canottaggio

Il canottaggio è una disciplina sportiva di grande interesse in ambito medico-sanitario, anche in chi ha affrontato un percorso di cura per tumore del seno, per la completezza nell’impiego dei distretti muscolari e per la caratteristica fluidità dei movimenti.

Grazie al lavoro aerobico e alla ciclicità ripetuta del gesto, il canottaggio favorisce la salute cardio-vascolare e la circolazione sanguigna e linfatica, prerogative importanti in un’ottica di prevenzione del linfedema e del ristagno periferico di fluidi.

La presenza di un carrello scorrevole riduce fino quasi ad annullare le sollecitazioni articolari impresse dalla gravità, permettendo a chi pratica questa nobile disciplina di lavorare su un piano perfettamente orizzontale. L’attività all’aria aperta unisce a questi vantaggi il contatto con la natura, la benefica esposizione alla luce diurna e solare con conseguente regolazione del ritmo sonno-veglia e del metabolismo cellulare.

La pratica deve essere sempre condivisa con i curanti ed essere preceduta da una valutazione medico-sportiva che escluda controindicazioni di natura cardio-vascolare, ortopedica o fisiatrica

Nessuna interferenza nota. In chi è affetto da diabete o problemi di controllo glicemico, l’attività aerobica deve essere attentamente monitorata.

La pratica di un’attività di gruppo dove il gesto tecnico è eseguito all’unisono, in un contesto di rilassamento e senza alcuna finalità agonistica, la rende ideale per la riabilitazione funzionale, il benessere psico-fisico e la qualità di vita delle donne in rosa, sia durante che dopo i trattamenti oncologici, ma anche per familiari, operatori sanitari e persone fragili che vogliano mettersi in gioco.

I consumatori e i professionisti che consultano questa monografia sono a conoscenza che ogni decisione in merito a farmaci o prodotti è di responsabilità esclusiva del consumatore stesso e/o del professionista.

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